domenica 11 dicembre 2011

SHOPPING DI DOMENICA? SOLO CON REGOLE MODENESI


Da gennaio in vigore turni per tutto l’anno: i negozi dovranno indicare le date, Cgil e Comune dicono no alle liberalizzazioni previste dal nuovo governo

Disco verde dal consiglio comunale per le liberalizzazioni degli orari d’apertura di negozi e centri commerciali che lascia intravedere una sorta di modello modenese che potrebbe andar bene a tutte le parti sociali.
L’apertura a scacchiera Þ in varie zone della città dei vari centri commerciali e negozi di vicinato, con tanto di calendario prefissato, è passata in consiglio con i voti a favore di maggioranza e opposizione: unici astenuti Lega Nord e Idv.
Þ (È la soluzione, anche da me proposta e sostenuta, di aprire a turni, per capirci come per i benzinai o le farmacie)
A gennaio, una volta predisposta l’apposito ordinanza, si partirà e ogni domenica si potrà fare shopping. Un accordo che, come noto, a gennaio potrebbe diventare carta straccia a causa del decreto sulle liberalizzazioni del governo che, sulla carta, potrebbe permettere aperture libere tutti i giorni dell’anno 24 ore su 24.

«Il governo ha aperto alla deregulation sulle aperture? Bene - osserva Silvia Manicardi (Lapam) - Però l’accordo raggiunto a Modena sulle otto aperture domenicali oltre a quelle di Natale ci sembra ben strutturato perché frutto di un lungo lavoro ed è su base volontaria .
Non ci sono obblighi ma un patto che debba essere mantenuto».
Dura la reazione di Marzio Govoni (Filcams Cgil) contro la scelta del governo Monti di liberalizzare orari commerciali e licenze. «Queste scelte - attacca - potrebbero portare a Modena all'apertura di una decina di ipermercati di medie dimensioni nei prossimi anni».
Al tempo stesso annuncia l’adesione della sua categoria allo sciopero generale per tutta la giornata del 12 dicembre. «Nel decreto taglia- pensioni - dice - il governo presenta la totale liberalizzazione degli orari commerciali in tutta Italia e non solo nelle città d'arte; negozi e ipermercati possono aprire 24 ore al giorno, la domenica e pure i giorni festivi, come Natale e Pasqua.
Niente vincoli neppure per gli insediamenti commerciali, considerati contrari alla libera concorrenza. Qualcuno ha ipotizzato, in base alle nuove norme sulla liberalizzazione delle licenze oltre i 2.500 metri quadri, la possibile apertura di una decina di ipermercati a Modena, Carpi, Sassuolo e Mirandola.
I costi sociali per risolvere i problemi che si aprono dalla desertificazione dei centri storici sono immensi; basti guardare, come esempio, a quello che è accaduto nell'area della Pomposa.
I centri storici diventeranno deserti e il commercio si sposterà verso la periferia.
Come faranno gli anziani? E chi è senza macchina? I consumi non aumenteranno, con l’estensione degli orari, ma si sposteranno dagli esercizi deboli a quelli forti.

Naturalmente saranno danneggiati anche i dipendenti di queste strutture, soprattutto le lavoratrici, la grande maggioranza nel commercio; la crescita del lavoro notturno, domenicale e festivo aprirà una frattura fra loro e le famiglie».

Soddisfatto chi invece ha chiuso l’accordo: «Era dal 1998 che si tentava di raggiungere un accordo unitario e unanime - osserva l’assessore Graziano Pini –
Ci siamo riusciti, con grande soddisfazione di tutti». L’assessore si dice scettico sulla possibilità che le liberalizzazioni imposte dal governo possano funzionare. «Al di là dei problemi di competenza normativa che sicuramente sorgeranno tra Stato e regioni - esordisce - credo non sia percorribile la possibilità di negozi aperti 24 ore su 24 tutto l’anno.
Provi solo a pensare cosa potrebbe comportare in termini concreti, creerebbe differenze notevoli e rischi creando varie problematiche sul piano occupazionale, concorrenziale e anche di ordine pubblico.
Non penso solo alle catene, che ne sarebbero avvantaggiate, quanto ai negozi di stranieri che già oggi creano problemi per la tendenza a prolungare gli orari.
Ecco perché credo che il nostro accordo sia l’ideale, in grado di garantire servizi, occasione di aumentare gli affari agli esercenti, ma anche la difesa dei diritti dei lavoratori».

Da: gazzettadimodena.gelocal.it del 09/12/2011

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