mercoledì 14 dicembre 2011

PIÙ DOMENICHE APERTE PER AIUTARE L’ECONOMIA?


Liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali questi saranno i prossimi argomenti sui quali certamente si aprirà un confronto con gli enti locali.
Più domeniche aperte è questa l’idea che arriva come una bomba esplosiva dal Governo dimissionario Berlusconi e che ora è al vaglio del nuovo esecutivo guidato dal Prof. Mario Monti.
A fronte di questo progetto che tende a scardinare l’attuale sistema delle aperture in deroga (cioè 8 festività di apertura dei negozi oltre all’ultima di novembre e quelle di dicembre per l’Emilia mentre in Lombardia sono in totale 22 all’anno ), ritengo necessario formulare alcune riflessioni che si sintetizzano in una forte preoccupazione se venisse in questo modo variata la attuale normativa regionale.
La prima osservazione risiede nella constatazione che se volessimo condividere e concordare regole certe ed omogenee in materia di orari e giorni di apertura la discussione non può essere limitata solo al numero delle domeniche aperte in deroga, ma deve tenere necessariamente conto dell’urgente necessità di un confronto serio sull’intero settore del commercio e della necessità di individuare strategie idonee e fattibili per una sua modernizzazione.
Ampliare il numero delle aperture domenicali in un momento di grave crisi economica quale quello che stiamo attraversando e con una drastica riduzione della capacità di spese delle famiglie non farebbe altro che spostare i consumi dalle giornate feriali a quelle festive, mettendo in seria difficoltà gestionale i negozi di vicinato a tutto vantaggio dei centri commerciali.

Una politica di maggior aperture domenicali rischierebbe di far scomparire quelle piccole, ma indispensabili realtà commerciali di vicinato, risorse preziose dei centri storici e degli assi commerciali delle nostre città e dei nostri paesi condannandoli inevitabilmente al loro degrado. Inoltre, ritengo che il maggior costo per le aperture domenicali si scaricherebbe con tutta possibilità sui prezzi al consumo e quindi su tutti i cittadini e sulle condizioni dei lavoratori del commercio.
C’è necessità, quindi, di armonizzare tutte le diverse specificità relative alla particolarità del territorio, delle varie vocazioni turistiche a quelle culturali, ecc.
Occorre definire in tempi certi un calendario di aperture domenicali e festive, però rendendo obbligatoria la concertazione con le associazioni di categoria dei datori di lavoro e dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori.
A questo si aggiunga l’esigenza di affrontare la questione legata ai tempi di vita e di lavoro nella città e dei servizi complementari (asili, assistenza anziani, servizi alle persone, ecc.) garantiti alle persone che lavorano e l’attuazione delle politiche di sostegno per la riqualificazione e rivitalizzazione dei centri urbani.
In conclusione, quella degli orari e delle aperture domenicali sarà un problematica che ci vedrà attenti difensori di quel meritato riposo e di quella vita privata che al commerciante non può essere sottratta e tanto meno negata.

Articolo di GIOVANNI STRUZZOLA Direttore Unione Commercianti di Piacenza

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