giovedì 27 agosto 2015

IL TAR VENETO RIGETTA IL RICORSO DI FEDERDISTRIBUZIONE



Con sentenza n. 766/2015 depositata l’1 luglio scorso il TAR Veneto ha rigettato il ricorso presentato da Federdistribuzione avverso il Regolamento della Regione Veneto n. 1 del 21.6.2013 recante “Indirizzi per lo sviluppo del sistema commerciale”, condannando la parte ricorrente al pagamento delle spese di lite determinate in euro 4.000.
Federdistribuzione aveva richiesto l’annullamento di detto Regolamento regionale, sollevando 7 profili di illegittimità o violazione di legge

Dette censure sono state tutte ritenute infondate e quindi respinte. Federdistribuzione, rappresentata in giudizio dagli avv. Angela Turi, Pier Vettor Grimani e Giorgio Roderi, sosteneva tra l’altro che nel regolamento impugnato “sarebbero presenti disposizioni suscettibili di incidere sulla libertà economica, disciplina quest’ultima che rientrerebbe nella competenza esclusiva dello Stato”.
In particolare veniva rilevato che “la nuova disciplina regolamentare sottopone all’emanazione di un’autorizzazione espressa l’apertura di grandi e medie strutture di vendita superiore a 1.500 mq.” e si sosteneva che “la previsione di un regime giuridico differenziato costituirebbe un’alterazione del confronto concorrenziale idoneo a contrastare, tra l’altro, con il principio di uguaglianza e di libertà di iniziativa economica privata”.

Il TAR Veneto evidenzia che con l’art. 2 della L.R. n. 50/2012 la Regione Veneto “ha inteso dare attuazione alla potestà legislativa in materia di commercio in applicazione dei principi contenuti nella legislazione statale di riferimento” e a tale scopo prevede che “il principio di libertà di esercizio dell’attività commerciale può essere superato dalla previsione di un controllo pubblico preventivo o successivo, a tutela dei motivi imperativi di interesse generale previsti dalla normativa europea”.
La sentenza del TAR Veneto prosegue affermando che “la legittimità di una tale impostazione trova conferma in alcune pronunce della Corte costituzionale (Corte cost. 320/2004 e Corte Cost. 407/2002) nella parte in cui hanno previsto di garantire un bilanciamento tra competenze statali e regionali”.
A proposito poi del regime giuridico differenziato in relazione alla superficie di vendita la sentenza del TAR Veneto afferma (vedi punto 4.1) che “un regime differenziato tra le varie strutture di vendita non può, di per sé, costituire un sintomo dell’alterazione del confronto concorrenziale e, ciò, considerando come la necessità di un’autorizzazione non pregiudica la possibilità che un qualunque soggetto possa risultare destinatario dello stesso titolo abilitativo”.
Di grande interesse è poi l’affermazione contenuta nella sentenza del TAR Veneto che non costituisce illegittimità costituzionale l’aver previsto nell’art.1 del Regolamento regionale che le strutture di vendita non ubicate all’interno dei centri storici siano subordinate al pagamento di un onere aggiuntivo in quanto “detta disposizione, infatti, più che risultare astrattamente pregiudizievole, appare la conseguenza di una scelta del Legislatore regionale, assunta sulla base di una valutazione di merito, diretta a favorire l’installazione di strutture di vendita nell’ambito dei centri storici e urbani”.

Si rileva infine l’importanza dell’affermazione contenuta in questa sentenza che “se è vero che a seguito della direttiva Bolkestein l’iniziativa economica non possa, di regola, essere assoggettata ad autorizzazioni e limitazioni, costituisce dato altrettanto incontestato la necessità di distinguere fra atti di programmazione economica – che in linea di principio non possono più essere fonte di limitazioni all’insediamento di nuove attività – e atti di programmazione aventi natura non economica, i quali, invece, nel rispetto del principio di proporzionalità, possono imporre limiti rispondenti ad esigenze annoverabili fra i motivi di interesse generale” ( quali la protezione dell’ambiente, la razionale gestione del territorio e la tutela del consumatore).
(onorio zappi)

Per scaricare il testo della sentenza del TAR Veneto:

CENTRI COMMERCIALI, LO STOP DEL TAR



I Grandi centri commerciali non s’hanno da fare se non rispettano la tutela del territorio dell’interesse generale
Plaude alla sentenza del Tar regionale e commenta con un "è da anni che lo diciamo e combattiamo per questo risultato" Federconsumo Veneto, il settore di ConfCooperative che rappresenta il movimento delle Cooperative di consumo del Veneto a commento della sentenza del Tribunale Amministrativo del Veneto 766/2015 dello scorso 1 luglio che fa prevalere la tutela del territorio e l'interesse sulla libertà d'insediamento delle strutture superiori ai 1500 mq di superficie.
«La realizzazione di una grande struttura di vendita - si legge nella sentenza del Tar- ha un considerevole impatto sul territorio, condizionandone la destinazione e gli sviluppi futuri, circostanza quest'ultima che impone, di per sé, la necessità che i principi in materia di liberalizzazione del commercio siano contemperati dalla tutela di un interesse generale, evidentemente inciso dalla realizzazione di una struttura di una tale dimensione.
Ne consegue la legittimità di un controllo preventivo, e quindi autorizzatorio».

Una sentenza storica dunque che dà ragione ad anni di battaglie condotte da Federconsumo Veneto, che, oltre ad esprimere la propria soddisfazione rispetto alla sentenza del Tar, dalla voce del presidente Marcello Criveller ricorda al governatore Luca Zaia l'impegno preso a suo tempo per le regolarizzazione del settore con coerenza e fatti.
"Oggi - spiega Marcello Criveller presidente di Federconsumo Veneto - è il momento di andare oltre le parole e i comportamenti del passato che sono stati frequentemente di segno opposto e che purtroppo hanno permesso nuovi mega insediamenti in barba a tutto e a tutti come nel caso dell'area Treviso sud."
"Se la crisi batte e i consumi calano- continua Criveller - a patire di più sono proprio i piccoli centri commerciali che continuano a chiudere anche se ora il segno meno lo vediamo anche nel grandi punti vendita tanto che sentiamo parlare di scioperi all'Ikea, piuttosto che di preannunci di riduzioni personale al Carrefour come da Auchan.
Qualche esempio veneto della moria dei piccoli negozi di vicinato. Nel veronese in questo periodo sta chiudendo i battenti una piccola cooperativa di consumo; , nel bellunese solo alcuni anni addietro se ne contavano parecchie di più di quelle che ci sono ora ed alcune hanno ceduto la gestione non facendocela ad andare avanti; nel bellunese si soffre molto l'impari confronto con le vicine realtà della regione autonoma Trentino.
Senza contare poi che se chiude il negozietto vicino alla chiesa dei singoli paesi rimangono a piedi intere famiglie che si sostengono solo con questa attività. "Quanti posti di lavoro "veri" offre in alternativa la mega distribuzione?" - questa la domanda che viene dunque riposta da Criveller al grande pubblico e alla politica.
Forte anche la posizione di Ascom. «Si tratta di un monito chiaro- dichiara Patrizio Bertin, presidente dell'Ascom di Padova - nei confronti dei tanti comuni veneti che intendono favorire l'apertura di strutture che sono solo un danno per il territorio.
In ballo ci sono i posti di lavoro dei commercianti e dei loro collaboratori a Padova come ad Abano, Monselice ed altrove ma anche il rispetto dell'ambiente e la ragionevole organizzazione urbanistica dei territori».

Ecco perché Federconsumo Veneto ribadisce la sua opposizione ai nuovi "mega insediamenti" sottolineando che la Regione Veneto è già la regione a più alta densità commerciale d'Italia, e riporta all'attenzione del grande pubblico la sua battaglia per la limitazione delle indiscriminate aperture festive che penalizzano i piccoli esercizi, e tolgono dignità ai lavoratori.
Si tratta di un'opera di sensibilizzazione e cura per la tutela e la valorizzazione dei piccoli esercizi commerciali nei confronti delle politiche regionali che Federconsumatori sta portando avanti da anni in Veneto in particolare nelle aree pedemontane e montane anche per un valore sociale.
Federconsumo chiede infatti alla Regione di sostenere concretamente le piccole attività cooperative e non che spesso nei piccoli paesi sono dei veri e propri "presidi sociali”.
"Pensiamo ad esempio -riprende la parola Marcello Criveller Presidente di Federcosumo Veneto - a vantaggi come quelli di consentire agli anziani di rimanere nelle proprie case avendo a pochi metri un servizio indispensabile a disposizione.

E' anche per questo che dobbiamo pensare ad un inversione di marcia e puntare dunque su forti incentivi per i negozi di vicinato che devono essere premiati e non soffocati.
Se ad essi, soprattutto nella pedemontana e montana, fosse dato anche solo una minima parte di ciò che viene dato in Alto Adige ai loro pari, davvero queste realtà potrebbero risorgere e non si parlerebbe di desertificazione di questi centri".
Al contrario il Veneto secondo Federconsumo detiene il record nazionale per la densità commerciale, record che anziché frenare continua a consolidarsi con nuove aperture di iper centri commerciali.

Senza considerare la questione "calda" delle aperture indiscriminate 7 giorni su 7 che secondo la federazione non aumenta le vendite e soffoca e sacrifica invece le famiglie e la gestione dei figli così come hanno ribadito gli stessi vescovi veneti.
"Alla fine - conclude Criveller - sono proprio le piccole attività commerciali, i negozi di vicinato a fungere da veri e propri "presidi" del territorio soprattutto per famiglie, anziani e persone in difficoltà ed è necessaria la loro salvaguardia per salvare i piccoli centri abitati dalla desertificazione inesorabile che sta avvenendo in questi anni e per non svuotare la società del valore morale e del senso della famiglia"
Articolo da www.venetoeconomia.it/ - 08-07-2015

domenica 23 agosto 2015

ARRIVANO CONTRIBUTI ECONOMICI PER INCORAGGIARE INTERVENTI E INVESTIMENTI PER IL COMMERCIO



Francesco Martinotti: "Con questo bando vogliamo utilizzare al meglio i fondi accantonati dall'Imu della grande distribuzione"
CASALE MONFERRATO - Contributi economici per incoraggiare e sostenere interventi e investimenti finalizzati alla realizzazione o al miglioramento delle parti esterne degli esercizi di vicinato. 
È questa la nuova iniziativa dell’Assessorato alle Attività Economiche del Comune di Casale Monferrato a sostegno dei titolari di negozi fino a 250 metri quadrati di superficie di vendita.
"Con questo bando – ha spiegato l’assessore Francesco Martinotti – vogliamo utilizzare al meglio i fondi accantonati dall’Imu della grande distribuzione: per il 2015 abbiamo deciso di mettere a disposizione degli esercizi di vicinato 20 mila euro totali per sostenere quegli interventi che riguardano le parti esterne dei negozi; come possono essere illuminazione delle vetrine e delle facciate, l’installazione di tende da sole e insegne o realizzazione e ristrutturazione di dehors. 
Un aiuto concreto al piccolo commercio, che rappresenta la spina dorsale dell’attività economica del centro storico, dei quartieri e delle frazioni di Casale Monferrato".
Le domande di contributo dovranno pervenire al Comune entro le ore 12 del 30 ottobre 2015 e saranno ritenuti ammissibili gli interventi che siano in possesso dei necessari titoli rilasciati dagli uffici comunali competenti, secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni in materia e/o dai regolamenti comunali in vigore.
In particolare, saranno ammessi a contributo gli interventi effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2015. 
Possono far richiesta di contributo tutti i titolari, a qualsiasi titolo, di esercizi di commercio al dettaglio di vicinato, di esercizi artigianali con vendita al dettaglio assimilabili agli esercizi di vicinato e di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande ubicati nel territorio di Casale Monferrato.
Ciascun soggetto potrà richiedere il contributo in conto capitale a fondo perduto. Contributo che potrà coprire (Iva esclusa):
a) 30% per investimenti fino a1.000 euro;
b) 25% per investimenti fino a 2.000 euro (per la soglia eccedente il punto a);
c) 20% per investimenti superiori a 2.000 euro (per la soglia eccedente il punto b);
d) in ogni caso il contributo massimo non potrà superare i 1.000 euro per ciascun intervento ammesso.
"I contributi – ha sottolineato ancora l’assessore Martinotti - saranno assegnati a tutti i soggetti la cui domanda sarà ritenuta ammissibile, fino a esaurimento dei fondi disponibili, tenendo conto dell’ordine di registrazione delle domande al Protocollo Generale del Comune. Un’opportunità, quindi, per investire sui propri negozi per renderli ancora più accoglienti, riqualificando anche il patrimonio immobiliare e, nel caso dei dehors, aggiungendo nuovi servizi ai propri esercizi commerciali".
Nello specifico, gli interventi di riqualificazione esterna oggetto del contributo riguarderanno:
1. illuminazione delle vetrine o della facciata dell’esercizio;
2. installazione di tende da sole;
3. installazione di insegne;
4. rifacimento vetrine comprese le serrande;
5. realizzazione o rifacimento di dehors per i pubblici esercizi.
Il bando e il modello di domanda saranno a disposizione a partire da venerdì 7 agosto sul sito internet del Comune di Casale Monferrato (www.comune.casale-monferrato.al.it) o direttamente all’Ufficio Commercio:
Dal lunedì al venerdì 10,00 – 12,00 - mercoledì pomeriggio 14,30 – 16,30
E-mail: commercio@comune.casale-monferrato.al.it
Tel. 0142.444.277
7/08/2015
A.Z. - redazione@alessandrianews.it