"Per affrontare il
tema degli orari degli esercizi commerciali bisogna innanzitutto sgombrare il
campo da luoghi comuni e riportare le opinioni di parte nel loro alveo
naturale.
A cominciare dal provvedimento Monti del 2011 sulla liberalizzazione
degli orari e dei giorni di apertura degli esercizi commerciali che, infatti,
non è stato di stimolo ai consumi, rimasti drammaticamente fermi al palo, né
tantomeno ha favorito la crescita occupazionale e non ha portato alcun
ulteriore beneficio ai consumatori.
Ma soprattutto, perché il valore del
pluralismo distributivo non può essere derubricato a fatto marginale perché
questo modello risponde alle mutate esigenze dei consumatori, ai diversi stili
di vita e corrisponde alla orografia del nostro paese.
Dunque, il tema non è
solo economico ma ha anche riflessi di natura sociale che, nel rispetto della
nostra cultura, non possono essere ignorati": è quanto afferma
Confcommercio-Imprese per l'Italia circa la discussione in corso sul
provvedimento in materia di orari di apertura degli esercizi commerciali.
"Il commercio, che peraltro continua a scontare gli effetti di una
recessione che sembra non finire mai, è un settore già liberalizzato da tempo e
che ha lasciato sul mercato solo imprese competitive. Inoltre, rispetto agli
altri paesi, il sistema italiano della distribuzione commerciale, fatto di
piccole, medie e grandi imprese, assicura ai consumatori livelli di servizio
fra i più elevati in Europa e gli esercizi commerciali italiani risultano
mediamente più aperti.
In questo quadro – conclude Confcommercio - il
nuovo testo unificato presentato dalla Commissione attività produttive della
Camera va certamente nella giusta direzione e risponde sostanzialmente alle
richieste più volte avanzate da Confcommercio perché coglie l'obiettivo di
avere deroghe certe dentro leggi chiare.
Infatti, un minimo di regolamentazione
certamente contribuisce a consolidare il modello distributivo italiano
consentendo ai territori di valorizzare la propria vocazione turistica e
commerciale, anche in particolari periodi dell'anno, e alle imprese di
contenere i costi e di avere una corretta e certa attività di gestione
garantendo, al tempo stesso, un adeguato livello nell'offerta dei servizi ai
consumatori".
Confcommercio auspica infine che il governo "metta
a disposizione adeguate risorse per il fondo per il sostegno delle micro,
piccole e medie imprese del commercio previsto dal nuovo testo unificato, strumento
indispensabile per il comparto specialmente in una fase in cui la crisi non è
ancora superata".