domenica 18 dicembre 2011

NEGOZI LIBERI? «NOI DAREMO LE NOSTRE REGOLE»


REGIONE VENETO PRONTA  ALLO SCONTRO CON IL GOVERNO. La materia è di competenza regionale: «Se vuole, che sia Roma a farci ricorso contro»

«La nostra proposta di legge è già all'ordine del giorno del Consiglio regionale. Io vado avanti. Che sia il Governo semmai a fare ricorso alla Corte costituzionale contro di noi, se vuole». L'assessore regionale all'economia Isi Coppola non si scompone.
Col decreto salva-Italia il governo Monti è tornato alla stessa situazione di liberalizzazione quasi totale per il commercio creatasi in luglio (per un solo mese), con la prima manovra estiva dell'allora governo Berlusconi.
In sostanza, il decreto già votato ieri alla Camera (ora tocca al Senato) stabilisce che le attività commerciali e di somministrazione di alimenti-bevande sono svolte senza «il rispetto degli orari di apertura e di chiusura, l'obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale».
Totale o quasi deregulation, quindi. Proprio mentre l'assessore Coppola, dopo il confronto con categorie economiche, i sindacati e i gruppi politici, sta per far approvare la cosiddetta "mini-legge" sul commercio, in attesa di avviare l'iter di approvazione della nuova legge-quadro del settore in Veneto.
È la proposta di legge nota alle cronache perché introduce 24 domeniche di negozi aperti all'anno (20 più le quattro di dicembre, mentre fino a quest'anno erano in tutto 12).
Non solo: la legge imporrebbe una moratoria a tutti i nuovi centri commerciali in Veneto, semplicemente perché blocca fino al varo della nuova legge-quadro anche le aperture di grandi superfici di vendita di autoveicoli, imbarcazioni, legname e arredamento (cioè le categorie a oggi "libere").
Infine la nuova norma interverrebbe sugli orari dei negozi al dettaglio: potrebbero tenere aperto quando vogliono nell'arco orario che va dalle 7 alle 22, eliminando quindi definitivamente sia l'obbligo di tenere aperto al massimo 13 ore, sia quello di chiusura per una mezza giornata durante la settimana.
Tutte queste proposte hanno ottenuto finora l'opposizione di chi le riteneva troppo favorevoli a una "deregulation".
Ma oggi alla luce della nuova norma statale lascerebbero comunque alcuni paletti di base.
La nuova legge Monti peraltro impone alle Regioni di adeguarsi entro 90 giorni, ma come detto il Veneto è pronto ad andare avanti per la sua strada.
Il commercio - fa notare la Regione - è una competenza delle Regioni e non statale. Si profila quindi uno scontro davanti ai giudici.P.E.

Da: ilgiornaledivicenza.it del 17/12/2011

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