Presentato un ordine del giorno sul decreto del
Governo che si è impegnato a riaprire il tavolo con le Regioni
La
deputata Pd, Donella Mattesini, ha presentato un ordine del giorno sulla
liberalizzazione degli orari del commercio. Parzialmente accolto dal Governo,
consentirà di riattivare il tavolo di confronto con le Regioni.
Due
gli elementi fondamentali: "il processo di liberalizzazione non deve
penalizzare, bensì salvaguardare, i soggetti più deboli e cioè i piccoli
esercizi e quei consumatori che si servono dei negozi di vicinato, tenuto conto
che il commercio di prossimità costituisce il tessuto delle nostre città,
contribuendo a determinare sicurezza, socialità ed identità".
Pieno
sostegno, quindi, al commercio di vicinato che "rappresenta non solo una
tradizione imprenditoriale tipica del nostro Paese, ma anche una realtà
rilevante dal punto di vista economico ed occupazionale".
Nel
suo ordine del giorno, Donella Mattesini sottolinea che "l'ulteriore
liberalizzazione ed ampliamento degli orari può risultare utile, anche al fine
di rendere più accoglienti e fruibili le città ed i paesi, sia per i cittadini
residenti che per i turisti, purché accompagnato da una regolamentazione
integrativa che coinvolga gli enti territoriali e che salvaguardi gli
elementi di equilibrio per il mantenimento della pluralità del commercio,
dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori".
Le
Regioni sono, in questa materia, un fondamentale punto di riferimento:
"con la legge Costituzionale 3 del 2001 hanno assunto potestà legislativa
piena in materia di commercio ed hanno complessivamente ampliato gli elementi
di liberalizzazione, in particolare per gli orari ed i turni di chiusura".
Sono
quindi chiamate a decidere su un settore estremamente complesso che ha un
impatto immediato sui cittadini ma anche coinvolge anche un grande numero di
lavoratori: "il terziario occupa circa 3 milioni di lavoratori, di cui il
64% sono donne.
Una
liberalizzazione senza strumenti e luoghi di programmazione condivisa rischia
di accentuare notevolmente le difficoltà a rendere compatibili tempi di vita e
tempi di lavoro e nella gestione degli equilibri familiari, anche a causa
dell'assenza di servizi integrati per l'infanzia, per gli anziani e di
trasporto".
Secondo
Donella Mattesini, in questo quadro, è necessario evitare alcuni rischi. "Il
primo è la cannibalizzazione degli esercizi commerciali medio-piccoli, che
avranno più difficoltà ad organizzarsi e competere con le grandi strutture dei
centri commerciali, con il conseguente degrado del tessuto urbano e sociale dei
nostri territori. Il secondo è rappresentato dai problemi conseguenti
l'aggravio dei costi indotti dall'apertura sette giorni su sette.
E
questo possono determinare effetti negativi sull'occupazione, sulla qualità e
dignità del lavoro, sulla possibile ulteriore precarizzazione dei rapporti di
lavoro nella grande distribuzione".
Nel
suo ordine del giorno, Donella Mattesini sottolinea che "la maggiore
liberalizzazione degli orari, per essere funzionale e funzionante deve essere
inserita all'interno di un disegno complessivo degli orari di una città e di
tutti i suoi servizi".
Punto
di riferimento normativo è la legge 53 del 2000 la quale stabilisce che le
Regioni approvino norme per il coordinamento da parte dei Comuni degli orari
dei negozi e che il Piano territoriale degli orari sia uno strumento unitario
per finalità ed indirizzi.
Nella
sua elaborazione devono essere valutati gli effetti sul traffico,
sull'inquinamento e sulla qualità della vita. Per l'attuazione e la verifica
contenuti nel Piano regolatore degli orari, il Sindaco istituisce un tavolo di
concertazione cui partecipano: prefetto, presidente Provincia, un dirigente per
ciascuna pubblica amministrazione coinvolta, rappresentanti sindacali e degli
imprenditori, provveditore agli studi e presidenti delle aziende dei trasporti
urbani ed extraurbani. La liberalizzazione degli orari del commercio, deve
quindi essere inserita in un piano generale che ridisegni la funzionalità della
vita cittadina.
Il
Governo ha quindi accolto la richiesta, formulata da Mattesini nell'ordine del
giorno, di aprire un tavolo di confronto con le Regioni e gli Enti Locali,
necessario alla armonizzazione delle norme relative ai processi di liberalizzazione
con le norme contenute nella legge
53.
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