Le
liberalizzazioni del Governo Monti mietono le prime vittime.
E il
commercio è il primo settore a finire sul patibolo. Ieri uno storico
supermercato del centro cittadino ha abbassato per sempre le saracinesche.
Si
tratta del Punto Sma di viale della Vittoria, esercizio commerciale da anni
punti di riferimento non solo per i residenti ma anche, data la posizione
strategica lungo la principale arteria viaria del centro, per molti
automobilisti anche di passaggio.
A
mettere in ginocchio il supermercato, con una superficie di 800 metri quadri,
non è stata la concorrenza dei centri commerciali dislocati comunque verso le
periferie jesine, quanto le liberalizzazioni introdotte dal governo Monti.
Tenere
aperto un esercizio commerciale sette giorni su sette, con orario continuato è
un ritmo che non possono tenere i piccoli punti vendita. I costi di gestione e
delle turnazione del personale sono troppo alti al punto da diventare
insostenibili per i gestori che alla fine, messi alle strette, non hanno altre
alternative alla chiusura.
“E' davvero con grande rammarico che ho deciso
di chiudere il punto vendita -racconta Serenella Paolucci, gestore del Punto
Sma di viale della Vittoria- abbiamo cercato di resistere ma il calo del
fatturato non ci ha lasciato alternative.
Purtroppo
le liberalizzazione spezzano le gambe ai punti vendita più piccoli che non
possono permettersi di restare sempre aperti perchè i costi sono troppo alti.
Ed a quel punto che si cede il passo alla concorrenza dei centri commerciali”.
La
chiusura del punto vendita di viale della Vittoria ha però conseguente pesanti
anche da un punto di vista sociale. “Da martedì purtroppo sono senza lavoro
anche quattro persone, che erano nostri dipendenti -aggiunge la titolare- e
questo è un'altra conseguenza tremenda delle liberalizzazioni.
Nel
caso specifico del mio punto vendita inoltre, data la collocazione particolare,
la nostra clientela media era rappresentata da fasce d'età medio-alte, anziani
che riuscivano a raggiungere il negozio con facilità muovendosi anche a piedi.
Un'opportunità che ora non avranno più”.
Le
aperture festive e continuative dei centri commerciali ovviamente sottraggono
clientela ai piccoli esercizi perchè chi approfitta della domenica o degli
orari di apertura continuativi per fare spesa o scorte per tutta la settimana,
inevitabilmente utilizza il piccolo supermercato sotto casa per acquisti di
minor entità.
Del
resto sulle liberalizzazioni le associazioni di categoria locali come
Confesercenti e Confcommercio avevano da subito preso posizione affermando che
“la liberalizzazione delle aperture e degli orari è soltanto un altro regalo
alla grande distribuzione e un'ulteriore batosta per le piccole imprese, non in
grado di competere a livello di pubblicità e di gestione del personale con i
grandi iper”.
di Giulia Mancinelli
http://www.viverejesi.it/index.php?page=articolo&articolo_id=339494
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