03 settembre 2011
Lo stato di salute del commercio continua a
preoccupare.
Come risulta anche dall'ultima analisi
congiunturale della Camera di Commercio, le vendite al dettaglio in Bergamasca
registrano ancora un marcato segno negativo.
La flessione si registra nel comparto
alimentare (-7,7%), ma anche nel settore non alimentare (-2,4%).
Uno scenario che riflette la crisi delle
famiglie e la perdita del loro potere d'acquisto.
A complicare ulteriormente questo quadro
contribuisce la decisione del governo che con la manovra finanziaria (Decreto Legge n° 98 del 06 luglio 2011) ha deciso di
liberalizzare totalmente gli orari e le giornate d'apertura degli esercizi
commerciali nelle località turistiche e nelle città d'arte, 365 giorni l'anno e
24 ore su 24, festivi compresi.
Una deregulation selvaggia che finirà per favorire ancora una volta la grande distribuzione, senza reali benefici per i consumatori.
Una deregulation selvaggia che finirà per favorire ancora una volta la grande distribuzione, senza reali benefici per i consumatori.
03/09/2011 - Mia nota:
La decisione di luglio è stata adesso modificata dall’’art. 6 comma 4 della manovra bis del 13
agosto u.s. che ha introdotto la liberalizzazione a tutti i comuni, e non solo ai comuni turistici.
08/09/2011 - Mia ulteriore nota: La manovra approvata il 07/09/2011 dal Senato (deve adesso essere approvata anche dalla Camera) ha soppresso il suddetto comma 4 dell'art. 6 per cui la liberalizzazione degli orari e giornate d'apertura ritorna a riguardare solo i comuni turistici.
Un sospiro di sollievo.
Un sospiro di sollievo.
L'unico effetto sarà infatti quello di
depauperare ancora di più il tessuto economico urbano, trasferendo alla grande
distribuzione importanti quote di consumi, con il risultato di aggravare la
crisi del settore e favorire di conseguenza il triste fenomeno delle
saracinesche abbassate, sempre più numerose anche a Bergamo e in provincia.
Una tendenza negativa che riflette quella nazionale:
secondo una stima di Confesercenti nazionale, la liberalizzazione potrebbe
provocare in un triennio la chiusura di 30 mila esercizi su tutto il
territorio.
“La deregulation delle aperture non è
certamente la via per risolvere i problemi del commercio di vicinato – spiega
Giorgio Ambrosioni, presidente di Confesercenti Bergamo – Per questo noi ci
opporremo all'entrata in vigore delle nuove norme, chiedendo alla giunta
regionale di approvare ordini del giorno tesi a contrastare un provvedimento
così dannoso per la sopravvivenza delle nostre botteghe”.
I piccoli negozi, ribadisce Confesercenti,
mantengono una funzione sociale importantissima, contribuendo alla vitalità dei
centri storici e dei quartieri periferici.
Inoltre, svolgono un servizio essenziale per
le categorie deboli, che hanno la necessità di poter fare la spesa sotto casa.
“Il commercio di vicinato merita maggior
sostegno e attenzione, oltre ad azioni mirate e concrete – continua Ambrosioni
– L'istituzione dei Distretti è un primo passo nella giusta direzione, che però
rischia di venir vanificato da provvedimenti erroneamente valutati come
liberalizzatori.
In realtà si finisce solo per penalizzare le
piccole imprese, che al pari delle famiglie sono sempre più schiacciate dal
perdurare della crisi.
Dal sito di
Confesercenti BG
28/07/2011
Nessun commento:
Posta un commento