Lettera aperta alle
autorità regionali
Gentili
Signori,
ci
siamo decisi a inviarvi pubblicamente questa lettera per chiedervi di rivedere
l'attuale normativa in materia di aperture domenicali degli esercizi
commerciali.
Vi
chiediamo di ricordare, come difensori e attuatori di tutte le leggi in vigore,
quanto dichiarato dalla nostra Costituzione: ”La Repubblica agevola con misure
economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei
compiti relativi con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge
la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale
scopo.” (art.31); “Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie
annuali retribuite e non può rinunziarvi.“ (art.36).
L'obbligo
di lavorare tutte le domeniche impedisce, possiamo assicurarlo, quanto sopra
garantito, togliendoci il tempo da condividere con le nostre famiglie e
non protegge in nessun modo infanzia, maternità e gioventù.
Nel
nostro vissuto possiamo anche confermare la presenza di vari fattori di stress
derivanti dalla situazione, per esempio, di contrasto tra esigenze lavorative e
familiari e anche la sensazione in molti di sprecare il tempo libero perché non
coincide con quello della propria famiglia.
Tutto
questo non vorremmo fosse dato per scontato, da chi legge, come parte naturale
del rapporto di lavoro, se le leggi parlano di una diversa civiltà dei
rapporti.
Non
desideriamo essere fraintesi.
Ci
rendiamo conto che la maggior parte delle famiglie non trova il tempo per
venire da noi durante la settimana e siamo vicini alle loro esigenze come
speriamo loro alle nostre.
Chiediamo
perciò alla Regione di modificare la normativa in armonia con la Costituzione e
le leggi nazionali vigenti, introducendo come limite le aperture domenicali
degli esercizi a turno, come per
benzinai, farmacisti e altri settori ove gli organici comunque permettono e
prevedono la turnazione del personale.
Non
riteniamo questo un attentato alla libertà d'impresa, se, in aggiunta alle
altre considerazioni, l'iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con
l'utilità sociale, o in modo di arrecare danno alla sicurezza, alla libertà,
alla dignità umana (Art.41 Cost.).
I commessi dei centri
commerciali regionali del Friuli Venezia Giulia
Da il gazzettino.it del
06/07/2011
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