domenica 4 settembre 2011

I COMMESSI DEI CENTRI COMMERCIALI: APERTURE DOMENICALI MA A TURNO


Lettera aperta alle autorità regionali

Gentili Signori,
ci siamo decisi a inviarvi pubblicamente questa lettera per chiedervi di rivedere l'attuale normativa in materia di aperture domenicali degli esercizi commerciali.
Vi chiediamo di ricordare, come difensori e attuatori di tutte le leggi in vigore, quanto dichiarato dalla nostra Costituzione: ”La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.” (art.31); “Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite e non può rinunziarvi.“ (art.36).
L'obbligo di lavorare tutte le domeniche impedisce, possiamo assicurarlo, quanto sopra garantito, togliendoci il tempo da condividere con le nostre famiglie e non protegge in nessun modo infanzia, maternità e gioventù.

Nel nostro vissuto possiamo anche confermare la presenza di vari fattori di stress derivanti dalla situazione, per esempio, di contrasto tra esigenze lavorative e familiari e anche la sensazione in molti di sprecare il tempo libero perché non coincide con quello della propria famiglia.
Tutto questo non vorremmo fosse dato per scontato, da chi legge, come parte naturale del rapporto di lavoro, se le leggi parlano di una diversa civiltà dei rapporti.
Non desideriamo essere fraintesi.
Ci rendiamo conto che la maggior parte delle famiglie non trova il tempo per venire da noi durante la settimana e siamo vicini alle loro esigenze come speriamo loro alle nostre.
Chiediamo perciò alla Regione di modificare la normativa in armonia con la Costituzione e le leggi nazionali vigenti, introducendo come limite le aperture domenicali degli esercizi a turno, come per benzinai, farmacisti e altri settori ove gli organici comunque permettono e prevedono la turnazione del personale.
Non riteniamo questo un attentato alla libertà d'impresa, se, in aggiunta alle altre considerazioni, l'iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale, o in modo di arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana (Art.41 Cost.).

I commessi dei centri commerciali regionali del Friuli Venezia Giulia
Da il gazzettino.it del 06/07/2011

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