martedì 23 agosto 2011

COMMERCIO DI VICINATO, IL PROBLEMA DIVENTA “COMUNE”

……………. Sorge spontaneo chiedermi come questi Comuni pensino di sostenere le attività commerciali che li operano? Come è possibile agevolare i nuovi imprenditori del commercio?
Allora, per prima cosa occorre fare una seria riflessione sul fenomeno del depauperamento dei centri storici cittadini e sull’esigenza sempre più palpabile di una loro rivalorizzazione, ma soprattutto vivacizzazione.
Troppi, infatti, sono i centri storici in difficoltà e, di conseguenza nasce nella gente la convinzione che tutto il comparto commerciale non meriti di essere visitato.
Grosso errore di valutazione! Dico questo perché i negozi di vicinato sono le autentiche risorse che fanno fare la differenza alle piazze ed alle vie cittadine dei nostri Comuni partendo dal capoluogo per arrivare a veri gioiellini storici come può essere un borgo a ……………… piuttosto che a …………….
Perché, perciò, non prevedere da parte delle amministrazioni comunali degli incentivi alle attività commerciali e a quelle esistenti da almeno dieci anni purché si impegnino a riqualificare meglio le vie delle città. Quindi le attività presenti sul territorio e le nuove attività, a patto che si impegnino a mantenerle almeno per tre anni, potrebbero accedere ad una serie di agevolazioni che per quelle già in funzione potrebbero essere sgravi fiscali su tasse ed imposte ( ad esempio un rimborso del 50% degli importi versati per ICI, Tarsu e Tosap ).
Per le nuove imprese, invece, si potrebbe prevedere un contributo “una tantum” da aggiudicarsi tramite un bando che privilegi insediamenti in zone centrali od in assi commerciali che necessitano di essere ravvivati e riqualificati dal punto di vista dello shopping.
Mia nota: faccio notare che altre amministrazioni (vedi Post precedenti) hanno previsto o già adottato queste agevolazioni.

Mi sarebbe veramente piaciuto leggere nei proclami che fanno i vari candidati delle varie liste, proposte con questi contenuti, ma purtroppo non ne ho visti alcuno.
Sono cosciente che le Amministrazioni arrancano e fanno fatica a far quadrare i propri bilanci, ma nei Comuni e nei centri storici se i bar resistono, nonostante i cambi di gestione, la situazione dei piccoli negozi è tutt’altro che rosea e diventa perciò un obbligo morale intervenire in loro aiuto per salvare una professionalità che con il passare del tempo rischia di perdersi per sempre.
Quindi se non vogliamo più vedere vetrine con il cartello affittasi o saracinesche abbassate è urgente un nuovo modo di considerare il valore dei negozi di vicinato e del loro importantissimo ruolo sociale e di accoglienza all’interno di una città.
La nostra Associazione è attenta e sostiene i piccoli commercianti ai quali lancia per l’ennesima volta un accorato appello a non isolarsi, ma al contrario, riunirsi per collaborare tra loro e con noi, per una giusta e dovuta valorizzazione del commercio.

Ho tolto i riferimenti locali di questo articolo e purtroppo rispecchia anche la nostra realtà.
È proprio vero: commercio di vicinato, il problema diventa “comune”
Da un’editoriale di GIOVANNI STRUZZOLA - maggio 2011
Direttore Unione Commercianti di Piacenza

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