sabato 7 gennaio 2012

Negozi aperti 24h su 24? No Grazie!

A mio avviso, l’idea del Governo Monti, che basti liberalizzare gli orari degli esercizi commerciali per favorire la concorrenza, che basti, quindi, l’apertura indiscriminata dei negozi per rimettere in moto l'economia, è chiaramente strumentale e di corto respiro.
Non serve essere economisti per capire che i budget delle famiglie e dei consumatori, infatti, sono gli stessi e non aumenta la capacità di spesa se i negozi restano aperti di più, ma si spalmerà su sette giorni anziché sei.

Assecondando le richieste di liberalizzazione della grande distribuzione si danneggia poi il commercio di vicinato che non ha la forza di tenere questi orari e questo può portare al monopolio dei poteri forti e ad un’esplosione di negozi etnici aperti a qualsiasi ora,
Fare la spesa la domenica può essere sì una comodità per chi lavora tutta la settimana, ma un’offerta commerciale, in Lombardia, dalle 7 alle 22 per tredici ore quotidiane e per la grande distribuzione anche per ventidue domeniche all’anno di apertura non costituisce un’amplissima possibilità di scelta?  Non sono sufficienti per lo shopping?

Certo ci sono già tante categorie che lavorano la domenica nei servizi essenziali, Medici del pronto soccorso, vigili del fuoco, mezzi pubblici.
Ma se fare shopping è un servizio essenziale da garantire 365 giorni all'anno, allora per servizio devono essere aperti anche gli uffici pubblici, le banche, la posta, i medici di base.
Invito chi dice che i lavoratori del commercio possono comunque riposare in giorno diverso dalla domenica, a provare a fare il proprio riposo settimanale di lunedì anziché la domenica (giorno in cui tutti i suoi affetti sono in festa), e poi sentire che ne pensa.

Si rispetti anche chi non vuole scimmiottare l’american-life e il fast-life, ma che vuole uno stile di vita più lento, più adeguato ai tempi dell’uomo e delle relazioni sociali.
E poiché la crisi in atto è la conseguenza di questo sistema consumistico e decadente anche di valori, la politica si chieda quale società immagina per il futuro e non penalizzi una società basata, per adesso, su un’economia di relazione per andare verso una dedita al consumo 24 ore su 24.

Voglio ricordare che In tutta Europa gli orari dei negozi sono regolamentati; ovvero ovunque sono fissati orari massimi di apertura nei giorni feriali - sia pure con estensioni diverse legate anche alle diverse condizioni climatiche ed ai costumi locali - e in nessuna nazione vi è libertà di apertura per 365 giorni l’anno o per tutte le domeniche e/o tutti giorni festivi.
Insomma, invito a riflettere attentamente sulla scelta politica che ci vorrebbe tutti asserviti, 365 giorni l’anno, alla logica del consumismo quale soluzione alla crisi.
Col tempo ne potremmo pagare le conseguenze in termini di vivibilità.

In Europa, dice la Confcommercio di Padova, il londinese Harrod’s, che vende dallo spillo alla portaerei, apre dal lunedì al sabato dalle 10 alle 20 e la domenica dalle 12 alle 18.
Nel resto del Regno Unito, salvo eccezioni, si apre alle 10 per chiudere normalmente alle 18 e alle 20 il giovedì.
A Parigi i negozi aprono dalle 9 alle 19 e i grandi centri commerciali chiudono alle 20 o alle 22.
E a Barcellona l’orario dei negozi è quanto di più mediterraneo ci si possa aspettare: dalle 10 alle 14 e poi delle 16.30 alle 20.
A Vienna si compra dalle 8 alle 18.30, ma il sabato l’orario di chiusura dei negozi è normalmente fissato alle 12.

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