25-10-2016
La
nuova legge prevede 12 chiusure festive l'anno e risorse per le piccole
attività, ma il testo è fermo da tempo in Senato. Fida-Confcommercio: «Un patto
con la Gdo per lo stop almeno a Natale, Santo Stefano e Capodanno»
A pochi giorni dal “ponte dei Santi” si riaccende l’attenzione
sulle aperture festive degli esercizi commerciali.
In base al nuovo disegno di legge, Ognissanti rientra tra
le giornate in cui tenere le serrande abbassate. Ma a distanza di un anno e mezzo, il testo è ancora fermo in Senato.
È facile quindi aspettarsi che molti negozi e centri commerciali anche nella
nostra provincia il primo novembre saranno aperti.
La normativa fissa dei paletti sul tema aperture e chiusure
degli esercizi commerciali e mette a disposizione dei contributi per i piccoli
negozi, affinché possano rinnovarsi sia nei locali, sia tecnologicamente.
Nel dettaglio, introduce l’obbligo di chiusura
per almeno 12 festività, di cui 6 derogabili a livello locale, e istituisce un
fondo di 50 milioni di euro per i piccoli negozi.
Due elementi che dovrebbero dare un primo segnale di
riequilibrio tra la Gdo e i negozi di vicinato, che non hanno dipendenti o che
hanno difficoltà a gestirli.
La Fida, Federazione italiana dettaglianti
dell’alimentazione, avvicinandosi il periodo delle feste natalizie e, con esse,
il rischio concreto di trovare i supermercati aperti nei giorni di Natale,
Santo Stefano e Capodanno, invita a riprendere in mano il Disegno di Legge. «Non
si tratta di una questione soltanto di carattere morale – spiega Donatella
Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente di Confcommercio Imprese
per l’Italia -, perché il tempo da dedicare alla famiglia è comunque
sacrosanto, non solo per i lavoratori dipendenti ma anche per gli imprenditori.
Si tratta ugualmente di una questione di carattere
economico, perché la deregolamentazione delle aperture festive ha portato
solo all’impoverimento del tessuto commerciale: non ha fatto crescere i nostri
fatturati ma soltanto spostato quote di
mercato verso la grande distribuzione».
La Federazione ha in corso una trattativa per trovare un
accordo con Federdistribuzione, l’associazione di categoria che rappresenta la
grande distribuzione organizzata e che, al contrario, è favorevole all’apertura
h24 e alle aperture festive.
La richiesta di Fida a Federdistribuzione è che si possa
arrivare a un “patto tra galantuomini”, per garantire almeno la chiusura degli
esercizi commerciali durante le feste natalizie di Natale, Santo Stefano e
Capodanno.
L’accordo andrebbe a beneficio, oltre che dei commercianti
tradizionali, anche dei dipendenti della grande distribuzione che con la legge
di liberalizzazione – denunciano i sindacati – sono stati costretti ad
accettare di lavorare nei giorni festivi senza riconoscimenti aggiuntivi e
senza più turni certi di riposo naturale e feste comandate.
Ricordiamo in base alle norme approvate con il cosiddetto
“Salva Italia” (L. 214/2011) e in particolare l’articolo 31, commi 1 e 2 (Orari
e Apertura nuovi esercizi) e l’articolo 34 (Liberalizzazione delle attività
economiche ed eliminazione dei controlli ex-ante), le giornate interessate
dall’obbligo di chiura sono Natale, Santo Stefano, Capodanno, Epifania, Pasqua,
Pasquetta, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, Ferragosto, 8 dicembre, 1° novembre.
Roberta
Martinelli – La rassegna
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