Padova, nuova crociata del parroco di
Camposampiero don Marco contro lo shopping festivo: «Venite a confessarvi». E
la chiesa si riempie di fedeli
Per non perdere appeal, la religione deve andare di
pari passo con l’attualità, confrontarsi con i secolari temi del giorno e
indicare ai fedeli la retta via.
E’ il credo di don Marco Scattolon, per vent’anni
(rimpianto) parroco di Spinea e dallo scorso settembre curato di Rustega
(Camposampiero), che durante la quaresima non s’è smentito e ha lanciato un
anatema contro le aperture festive dei negozi.
«La domenica non si va a comprare—ha tuonato dal
pulpito durante la messa— non moriamo certo di fame, la spesa possiamo farla di
sabato o lunedì. Ribelliamoci almeno noi».
E per essere più convincente ha previsto una
penitenza quaresimale contro il peccato di shopping domenicale. «Le feste sono
importanti, non solo dal punto di vista religioso, ma anche umano — spiega il
don Camillo di Rustega — rappresentano una delle poche occasioni rimaste alle
famiglie per stare insieme».
E’ la mazzata finale che segue la prima stoccata
inferta sotto Natale, quando il curato aveva esibito davanti alla Chiesa un
enorme cartellone con l’immagine di Gesù e la scritta:
«Aperta anche la domenica».
Poi aveva inferito con un altro avviso partorito
per scimmiottare il proliferare nei negozi di offerte a prova di crisi: «Paghi
una messa e prendi due».
Un pressing che ha colto nel segno: non solo è lui
a rubare i clienti «domenicali» ai centri commerciali e non viceversa, ma ha
pure la coda di parrocchiani che confessano: «Ero tentato di fare la spesa nel giorno
festivo, ma dopo quello che ha detto ho cambiato idea».
Del resto don Marco, 67 anni di energia, allegria e
lungimiranza, è noto da anni per le sue «cartoline», moniti scritti sui
bollettini parrocchiali e nel 2010 diventati il libro «La cartolina », edito da
Alcione.
Si va dalla tirata d’orecchi ai fedeli che si
preoccupano e spendono più per gli animali che per i cristiani alle lavate di
capo a Luciana Litizzetto per aver criticato il Papa e a Celentano per il suo
sermone sanremese anticlericale, fino all’indice puntato contro la xenofobia
(con relativo poster di Gesù bambino che dice: «Anch’io sono nato fuori città e
ho bisogno di una culla»), per arrivare alla campagna contro l’aborto di due mesi
fa.
E relativo avviso scritto a caratteri cubitali:
«Lasciamoli nascere».
Il risultato? «Se le altre chiese sono poco
frequentate, qui abbiamo il problema contrario —rivela il sacerdote — è sempre
strapieno, non sappiamo dove mettere la gente.
Alla via crucis di venerdì sera, per esempio, hanno
partecipato così tanti credenti che non ci stavano più in strada, hanno dovuto
riversarsi nei cortili.
Se la religione si propone con iniziative fatte
bene e in toni più vicini alla gente, la risposta c’è. Le persone sono stanche
di stare chiuse in casa a guardare una televisione piena delle stesse cose,
hanno voglia di rispolverare i vecchi valori, di viverli con gli altri.
E in serenità, magari con qualche battuta allegra
che io stesso faccio per creare legami più stretti». E funziona.
Anche perchè cresce la curiosità per i nuovi
cartelli confezionati da don Marco. L’ultimo è un invito alla confessione:
«Cercasi peccatori, laici e preti, a chilometri zero».
Altro successone: le confessioni sono lievitate al
punto che il parroco si deve far aiutare da un altro prete per smaltirle tutte.
Incuriosito dal cartello c’è anche chi si trova a
passare per caso per Rustega, si ferma e decide di vuotare il sacco dal don
Camillo del Duemila. «E’ così—conferma lui—e non mi raccontano solo i soliti
peccati, come la bestemmia o il saltare la messa, ma anche i pregiudizi contro
gli extracomunitari, che dovrebbero rimanersene a casa loro, e contro i
disoccupati, secondo questi parrocchiani colpevoli di non aver voglia di fare
niente.
Pareri che riesco a ricondurre alla ragione».
Ma don Scattolon non riposa mica sugli allori. Ha
già scritto il prossimo cartellone, che dovrà rilanciare il volontariato:
«Offro lavoro gratis a tutti».
A giudicare dalla marea di culle, carrozzine e vestitini
per bambini piovuti sulla parrocchia dopo «l’appello» di Gesù Bambino, l’esito
sembra scontato...
I centri commerciali sono avvisati.
di Michela Nicolussi Moro
09 aprile 2012
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