martedì 10 aprile 2012

IL PRETE E I NUOVI PECCATI: «AVETE FATTO LA SPESA DI DOMENICA? PENITENZA»


Padova, nuova crociata del parroco di Camposampiero don Marco contro lo shopping festivo: «Venite a confessarvi». E la chiesa si riempie di fedeli

Per non perdere appeal, la religione deve andare di pari passo con l’attualità, confrontarsi con i secolari temi del giorno e indicare ai fedeli la retta via.
E’ il credo di don Marco Scattolon, per vent’anni (rimpianto) parroco di Spinea e dallo scorso settembre curato di Rustega (Camposampiero), che durante la quaresima non s’è smentito e ha lanciato un anatema contro le aperture festive dei negozi.
«La domenica non si va a comprare—ha tuonato dal pulpito durante la messa— non moriamo certo di fame, la spesa possiamo farla di sabato o lunedì. Ribelliamoci almeno noi».
E per essere più convincente ha previsto una penitenza quaresimale contro il peccato di shopping domenicale. «Le feste sono importanti, non solo dal punto di vista religioso, ma anche umano — spiega il don Camillo di Rustega — rappresentano una delle poche occasioni rimaste alle famiglie per stare insieme».
E’ la mazzata finale che segue la prima stoccata inferta sotto Natale, quando il curato aveva esibito davanti alla Chiesa un enorme cartellone con l’immagine di Gesù e la scritta:
«Aperta anche la domenica».
Poi aveva inferito con un altro avviso partorito per scimmiottare il proliferare nei negozi di offerte a prova di crisi: «Paghi una messa e prendi due».
Un pressing che ha colto nel segno: non solo è lui a rubare i clienti «domenicali» ai centri commerciali e non viceversa, ma ha pure la coda di parrocchiani che confessano: «Ero tentato di fare la spesa nel giorno festivo, ma dopo quello che ha detto ho cambiato idea».
Del resto don Marco, 67 anni di energia, allegria e lungimiranza, è noto da anni per le sue «cartoline», moniti scritti sui bollettini parrocchiali e nel 2010 diventati il libro «La cartolina », edito da Alcione.
Si va dalla tirata d’orecchi ai fedeli che si preoccupano e spendono più per gli animali che per i cristiani alle lavate di capo a Luciana Litizzetto per aver criticato il Papa e a Celentano per il suo sermone sanremese anticlericale, fino all’indice puntato contro la xenofobia (con relativo poster di Gesù bambino che dice: «Anch’io sono nato fuori città e ho bisogno di una culla»), per arrivare alla campagna contro l’aborto di due mesi fa.
E relativo avviso scritto a caratteri cubitali: «Lasciamoli nascere».
Il risultato? «Se le altre chiese sono poco frequentate, qui abbiamo il problema contrario —rivela il sacerdote — è sempre strapieno, non sappiamo dove mettere la gente.
Alla via crucis di venerdì sera, per esempio, hanno partecipato così tanti credenti che non ci stavano più in strada, hanno dovuto riversarsi nei cortili.
Se la religione si propone con iniziative fatte bene e in toni più vicini alla gente, la risposta c’è. Le persone sono stanche di stare chiuse in casa a guardare una televisione piena delle stesse cose, hanno voglia di rispolverare i vecchi valori, di viverli con gli altri.
E in serenità, magari con qualche battuta allegra che io stesso faccio per creare legami più stretti». E funziona.
Anche perchè cresce la curiosità per i nuovi cartelli confezionati da don Marco. L’ultimo è un invito alla confessione: «Cercasi peccatori, laici e preti, a chilometri zero».
Altro successone: le confessioni sono lievitate al punto che il parroco si deve far aiutare da un altro prete per smaltirle tutte.
Incuriosito dal cartello c’è anche chi si trova a passare per caso per Rustega, si ferma e decide di vuotare il sacco dal don Camillo del Duemila. «E’ così—conferma lui—e non mi raccontano solo i soliti peccati, come la bestemmia o il saltare la messa, ma anche i pregiudizi contro gli extracomunitari, che dovrebbero rimanersene a casa loro, e contro i disoccupati, secondo questi parrocchiani colpevoli di non aver voglia di fare niente.
Pareri che riesco a ricondurre alla ragione».
Ma don Scattolon non riposa mica sugli allori. Ha già scritto il prossimo cartellone, che dovrà rilanciare il volontariato: «Offro lavoro gratis a tutti».
A giudicare dalla marea di culle, carrozzine e vestitini per bambini piovuti sulla parrocchia dopo «l’appello» di Gesù Bambino, l’esito sembra scontato...
I centri commerciali sono avvisati.

di Michela Nicolussi Moro
09 aprile 2012

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