«A Bergamo
siamo a un punto di saturazione con i centri commerciali».
Per Paolo
Malvestiti, presidente di Camera di Commercio e di Ascom, l'epoca
dell'espansione dei grandi punti vendita è arrivata al termine. Un'analisi
basata sui numeri dell'Osservatorio regionale del commercio, che descrive così
la Bergamasca: a fronte di poco più di un milione di abitanti, la densità
commerciale della grande distribuzione organizzata è di 413 metri quadrati ogni
mille persone; siamo al terzo posto in tutta la Lombardia dopo Brescia e Lodi,
che hanno una concentrazione poco più alta.
L'analisi
delle diverse associazioni di categoria è concorde.
«Sulla
diffusione della grande distribuzione siamo sempre stati critici - dice Giorgio
Ambrosioni, presidente di Confesercenti Bergamo -. Abbiamo più volte espresso
posizioni chiare di fronte alle istituzioni preposte al rilascio delle
autorizzazioni.
Tutto questo
denunciando non solo l'alta densità delle superfici esistenti in Provincia ma,
soprattutto, la mancanza di pianificazione a livello comunale e provinciale che
avrebbe dovuto accompagnare uno sviluppo più armonioso di tutto il commercio.
I dati in
questione, letti nella loro complessità, suggeriscono ovviamente molta prudenza
da parte di tutti gli operatori commerciali nel pianificare i propri
investimenti: basta riflettere sul caso Lombardini, che rinuncia all'operazione
nell'area Honegger di Albino perché i presupposti economici dell'operazione
sono venuti meno».
Secondo
Malvestiti l'alta densità è diventata un problema quando è mancato il quadro
generale del mercato: «La crisi
in atto si fa sentire anche nei centri commerciali.
Già a colpo
d'occhio la presenza delle grandi strutture appare sovradimensionata in alcune zone
della Bergamasca. Nel complesso va detto che i dati seguono la tendenza di
tutte le altre province vicine. Rispecchiamo in pieno ciò che caratterizza il
sistema distributivo italiano: la varietà tra grande, media e piccola
distribuzione.
Un modello che
le altre nazioni ci invidiano e che dimostra la varietà della nostra offerta».
Fra i dati
più positivi dello studio, evidenzia il presidente di Ascom, c'è sicuramente il
rapporto ancora alto tra negozi di vicinato e popolazione: Bergamo è al quarto
posto in Lombardia con 729 metri quadrati ogni mille abitanti. «I piccoli
negozi non stanno scomparendo - continua Malvestiti - e cercano risposte per il
futuro nei distretti del commercio della Regione Lombardia.
Nel giro di
tre anni ne sono nati ben 28 per un totale di 120 comuni coinvolti, e più di 10
mila attività imprenditoriali interessate. È una grandissima novità in grado di
sensibilizzare tutti sull'importanza e sul ruolo dei negozi di vicinato. Il
nostro principale obiettivo è che le botteghe si riapproprino del loro ruolo
economico e sociale all'interno delle città».
L'Osservatorio
regionale, nel dettaglio, indica la Bassa, versante orientale, come la zona più
affollata di grandi strutture di vendita, dove c'è un metro quadrato di grande distribuzione
ogni abitante (1.026 ogni mille abitanti), tre volte la media lombarda.
Piuttosto
satura anche la zona di Bergamo città e dell'hinterland, con 832 metri quadrati
per mille abitanti.
Un caso a
parte è quello di Curno, dove a mille residenti corrispondono addirittura oltre
5.800 metri quadrati di grande distribuzione. A bassa concentrazione, invece,
l'alta Valle Seriana, la Valle Cavallina (dove non c'è grande distribuzione) e
la Valle Brembana (poco di più).
Una bassa
densità dovuta in parte alle norme che impongono vincoli più stretti per
l'apertura di centri commerciali nelle aree montane.
Articolo di Vittorio Ravazzini del 18 febbraio 2012
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