domenica 31 luglio 2011

COMMERCIO DOMENICALE È «GUERRA» TRA «GRANDI» E «PICCOLI» a Potenza

È un articolo che ricalca una situazione quasi identica alla nostra.

Davide contro Golia. I piccoli negozi che si oppongono allo «strapotere» della grande distribuzione.
A Potenza è in corso una «guerra» sulle aperture domenicali concesse, con un’ordinanza del sindaco, al nuovo polo commerciale di Tito scalo. Situazione che viene letta da molti commercianti, non solo dell’hinterland, come una forma di concorrenza «sleale». Un braccio di ferro a colpi di carte bollate che, per ora, ha prodotto un ricorso del supermercato Pick Up sul quale il Tar ha preso una posizione «pilatesca», non accogliendo, né respingendo la sospensiva, ma rinviando direttamente la decisione nel merito al 4 novembre 2011.
Il ricorso presentato dal supermercato Pick Up ha fatto da prologo a un altro ricorso al Tar da parte dell’Ascom Potenza, con la sottoscrizione di commercianti di Tito, Potenza, Brienza e Pignola.

CONTESTAZIONE - Ascom contesta nel metodo l’ordinanza del sindaco di Tito che ha autorizzato il polo commerciale ad aprire le domeniche di giugno: «Il primo cittadino - si legge nel ricorso - non ha rispettato la procedura prevista dalla legge di effettuare la concertazione con le «associazioni locali dei commercianti, dei consumatori e dei lavoratori dipendenti», per acquisire i pareri obbligatori degli stessi riguardo alle aperture domenicali e festive».
L’Ascom Potenza denuncia «l’atteggiamento antidemocratico di decidere a prescindere dalle valutazioni e dalle osservazioni dei cittadini: commercianti, lavoratori, consumatori rappresentati nei loro interessi dalle associazioni di categoria».


«Il sindaco - tuona Trotta - non rispetta le procedure previste dalla legge, in quanto eletto dal popolo, non tiene più conto delle istanze provenienti da tutti i cittadini della comunità evitando la partecipazione alle sue decisioni. Infatti, nell’incontro con le associazioni vengono presentati tutti gli interessi in gioco, mentre la «procedura speciale» del sindaco, prevista dal «codice Titese» conosciuto e applicato soltanto dal primo cittadino della città di Tito, prevede gli interessi prevalenti del «Polo Acquisti della Lucania», che assorbe tutti gli interessi degli altri commercianti, dei consumatori e dei lavoratori dipendenti di Tito e dei comuni limitrofi».

TURISMO - Ascom sottolinea che la legge disciplina le aperture e le chiusure degli esercizi commerciali, prevedendo un regime ordinario e un regime speciale: il regime ordinario prevede che si possono aprire 8 domeniche o festività all’anno, oltre a quelle del mese di dicembre.
Il regime speciale di deroga è applicato nei «comuni a economia prevalentemente turistica». La necessità di assicurare l’equilibrio e il pluralismo di tutte le tipologie di commercio (esercizi di vicinato, medie e grandi strutture, centri commerciali) ha portato il legislatore a predeterminare il numero delle aperture nei giorni festivi.
«L’apertura di quasi tutte le domeniche e dei giorni festivi - dice Trotta - agevola la grande distribuzione che assume una posizione dominante rispetto ai micro e piccoli esercizi commerciali, con la possibilità di utilizzare, più facilmente, la leva dei prezzi, per attirare il consumatore finale.
La concorrenza verrebbe falsata e si creerebbe uno sviamento della clientela a danno dei piccoli esercizi, che svolgono una funzione sociale di prossimità, fornendo un servizio sotto casa.
Il consumatore finale verrebbe maggiormente tutelato avendo la possibilità di acquistare in più punti vendita, appartenenti a varie tipologie di grandezza (piccoli e grandi). La concorrenza si fa ad armi pari, cioè durante la settimana, dal lunedì al sabato».

LAVORO - L’associazione chiama il sindaco a svolgere le sue funzioni per lo sviluppo e l’occupazione per tutti i cittadini della comunità: siano essi commercianti, lavoratori dipendenti e consumatori. «Nell’ordinanza sindacale - precisa Trotta - si fa una scelta di campo a tutela degli interessi del «Polo Acquisti della Lucania – Auchan», del suo sviluppo e della sua occupazione, come se gli altri interessi in gioco, vista la valenza sovracomunale del centro commerciale, e cioè quelli dei piccoli e micro esercizi commerciali di Tito e di tutti i comuni limitrofi venissero annullati.
La concorrenza sleale si può evincere anche dall’utilizzo di vantaggi legati al tipo di occupazione della grande distribuzione: si sono indicati numeri molti variabili degli occupati 100, 200, 400. A parte il numero sarebbe interessante capire la qualità dell’occupazione dei lavoratori dipendenti: quanti sono occupati a tempo indeterminato e determinato, o con contratti atipici, a tempo, e cioè attraverso «lavoro molto precario».
«Si verrebbe così a creare - sottolinea ancora Trotta - un mercato del lavoro duale, con effetti di dumping sociale, con la grande distribuzione, prevalentemente esogena/esterna, che per aprire la domenica potrebbe utilizzare molti lavoratori precari, senza o con ridotte tutele, mentre i piccoli esercizi commerciali endogeni/locali, che utilizzano prevalentemente lavoratori a tempo indeterminato, subirebbero una concorrenza che non potrebbero sostenere per i costi più elevati, mentre le microimprese a carattere familiare non potrebbero stare aperti 7 giorni su 7».
L’Ascom Potenza si dice favorevole a una politica di equilibrio e pluralismo economico, che assicuri una crescita reale dell’economia locale, e una sana concorrenza «senza creare posizioni dominanti sul mercato» .

Da un articolo del 20/06/2011 su: La Gazzetta del Mezzogiorno.it

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